Il ministro Raffaele Fitto solo qualche mese fa dichiarava: “Sono stati raggiunti i 55 obiettivi previsti dal Pnrr per il secondo semestre 2022”. Una dichiarazione che non possiamo che leggere con soddisfazione, ma anche con più di qualche dubbio dettato dalla mancanza di chiarezza. Innanzitutto è appunto una dichiarazione, perché di dati per monitorare se queste parole sono vere quasi non ce ne sono. Diciamo “quasi” perché dire “del tutto” sarebbe scorretto. C’è una piattaforma infatti, ItaliaDomani.com, pubblicata nell’agosto del 2021, che contiene tutti i dati del PNRR, compreso un folto catalogo OpenData. Ma se è così, cosa c’è da lamentarsi? Ecco, da lamentarsi ci sarebbe il fatto che in questa piattaforma di “open” c’è ben poco, e i dati stessi non sono per nulla aggiornati. È bene ribadirlo, avere dati aperti e machine readable consentirebbe un più efficace monitoraggio si da parte di esperti che civico.

C’è chi ha provato a sopperire a questa mancanza governativa chiedendo, tramite il FOIA, spiegazioni sull’attuale stato delle cose. Openpolis ed altre associazioni, da Legambiente ad ActionAid, da Cittadinanzattiva, a Slow Food Italia passando per On Data e Libenter (Università cattolica del sacro cuore di Milano, LiberaFondazione Eitca e Cnel), già nell’aprile 2022 aveva inviato una prima richiesta FOIA al governo, per un rilascio dettagliato, aperto e riutilizzabile dei dati del PNRR. Ricordiamo che il FOIA, cioè il Freedom of Information Act, è uno strumento per ottenere dati e documenti di interesse pubblico in possesso delle amministrazioni, in modo da assicurare un controllo sociale diffuso sull’attività e le scelte amministrative. Una richiesta che aveva portato ad avere un primo rilascio dei dati riguardanti almeno tutte le scadenze (milestone e target) del piano. C’è stato anche un secondo dataset pubblicato dal governo. Questo riguardava l’elenco dei progetti finanziati. Un set molto importante ma che è tutt’ora aggiornato al 31 dicembre 2021.

Quando parliamo di PNRR non significa solo parlare di fondi che arriveranno all’Italia, ma significa soprattutto parlare di infrastrutture, servizi e progetti che se non realizzati lascerebbero il nostro Paese in una condizione di svantaggio rispetto al resto d’Europa.

Come si legge sul sito del Mef, “Italia Domani, il Piano di Ripresa e Resilienza presentato dall’Italia, prevede investimenti e un coerente pacchetto di riforme, a cui sono allocate risorse per 191,5 miliardi di euro finanziate attraverso il Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e per 30,6 miliardi attraverso il Fondo complementare istituito con il Decreto Legge n.59 del 6 maggio 2021 a valere sullo scostamento pluriennale di bilancio approvato nel Consiglio dei ministri del 15 aprile. Il totale dei fondi previsti ammonta a di 222,1 miliardi. Sono stati stanziati, inoltre, entro il 2032, ulteriori 26 miliardi da destinare alla realizzazione di opere specifiche e per il reintegro delle risorse del Fondo Sviluppo e Coesione. Nel complesso si potrà quindi disporre di circa 248 miliardi di euro”. Insomma, parlare di PNRR significa parlare di più di 190 miliardi di euro che devono costruire il nostro futuro.

Avere i dati è la prima, basilare, richiesta che può arrivare dai cittadini. Ad oggi però di questi dati ne abbiamo ben pochi. Anche la seconda richiesta FOIA fatta da Openspolis infatti, non ha sorbito gli effetti desiderati e, se possibile, è stata ancora più disattesa della prima. Come si legge nel loro sito, la risposta del Governo Meloni è stata una replica che ha rinviato solamente ai dati già pubblicati. Informazioni che, gli stessi richiedenti hanno valutato non essere “neanche lontanamente sufficienti per monitorare la realizzazione di un programma cruciale come il Pnrr”.

Insomma se dovessimo prendere per buone le parole inserite dalla Ragioneria dello Stato nella risposta rilasciata a Openpolis, la situazione sarebbe piuttosto preoccupante. La Rds infatti ha detto che “i dati al momento disponibili sono già pubblicati sul portale Italia Domani”. Dati che, come abbiamo visto prima, sono però aggiornati al 31 dicembre 2021. Viene da chiedersi quindi, se qualcuno ha veramente un quadro completo di come stia procedendo il Pnrr in Italia.

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